Global Dive Team – Carmelo Isgro’

Carmelo Isgro’

Nato a Milazzo il 22/12/1985

 

Località: Milazzo, Sicilia, Italia

Occupazione: Biologo, Fondatore e Direttore del MuMa Museo del Mare Milazzo. Mi occupo di protezione del Mare e divulgazione.

Subacqueo dal: 1990

Immersione locale preferita: Immersione allo Scoglio della Portella, Area Marina Protetta Capo Milazzo

Luogo d'immersione preferito: Area Marina Protetta Capo Milazzo

Carmelo Isgro

Un'intervista con Carmelo Isgro’

Perché hai deciso di fare il grande passo negli oceani?

Sono nato in una città di Mare: la casa dove sono cresciuto era sul mare, la mia scuola si affacciava sul Mare, la mia attuale casa è sul Mare. Sin da bambino il mio “parco giochi” è stato il Mare: snorkeling, apnea, vela e scuba diving erano i miei passatempi preferiti. Amavo esplorare il Mare in tutte le sue dimensioni. Da quando sono nato la mia vita è stata sempre stata intimamente legata al Mare. Indissolubilmente. Fortunatamente quel bambino non è mai cresciuto.

Mia madre racconta sempre che avevo già voglia di esplorare il mondo subacqueo prima ancora di imparare a nuotare: toglievo i braccioli “per poter guardare sotto” e saziare la mia curiosità. Per me era come aprire lo scrigno del tesoro. Non sopportavo gli acquari, vedere i pesci intrappolati in una vasca mi faceva arrabbiare; ho sempre ritenuto il mare un grande acquario dove i pesci sono felici di nuotare in libertà.

Non mi staccavo mai dalla mia “prima maschera”, che è stata una SCUBAPRO (come si vede dalla foto). La portavo nello zaino della scuola, dai nonni, dai compagnetti di gioco, dappertutto. Non mi staccavo mai da lei, addirittura mi coricavo con la mia maschera in mano. La conservo gelosamente perché quella non è “semplicemente una maschera”, è una parte del mio corpo: sono i miei occhi subacquei da quando sono nato.

Carmelo Isgro        

In che modo le immersioni hanno cambiato la tua vita?

Non l’hanno cambiata, l’hanno plasmata! semplicemente perché la mia vita è stata sempre vissuta sopra e sotto il mare. Da quando ho memoria la mia vita è stata legata al mondo subacqueo e alle immersioni. Sono sempre andato in acqua non come ospite ma come un suo abitante, da sempre mi sento di far parte della fauna marina. Mi fondo con esso: non sono una pietrolina gettata in mare ma una goccia che si fonde con esso.

Carmelo Isgro

Che tipo di immersioni ti piace fare?

Quelle che stimolano la mia curiosità, principalmente con finalità naturistiche. Amo andare piano sott’acqua, fermarmi ad osservare tutta la vita scoglio per scoglio, mi piace praticare quello che ho battezzato lo “slow diving”. Sott’acqua non do nulla per scontato. Se capita rimango nello stesso punto per tutta l’immersione.

Carmelo Isgro

Raccontaci una delle esperienze più incredibili che hai avuto sott'acqua

Nel giugno 2017 nella costa della mia città, Capo Milazzo, si è spiaggiato un Capodoglio, morto a causa di una “spadara” ovvero una rete illegale che si era aggrovigliata nella sua coda. Sono rimasto ore a guardarlo, era immobile, privo di vita, finché non mi parlò. Guardando i suoi occhi vitrei mi resi conto che mi chiedeva aiuto. Voleva che non lo lasciassi morire di nuovo facendolo cadere nell’oblio, che la sua morte non fosse vana, ma anzi che raccontassi a tutti com’era morto, per evitare che altri capodogli come lui potessero morire allo stesso modo. Ho indossato la mia muta, sono entrato in acqua, ho scarnificato da solo ben 10 tonnellate di carne in putrefazione per recuperare le ossa e, all’interno dell’antico Castello di Milazzo, ho ricostruito lo scheletro posizionando nella coda la rete che l’ha ucciso e nella pancia la plastica che ho trovato nel suo stomaco. L’ho battezzato Siso per ricordare un amico che mi aveva aiutato a portare le ossa a terra e che è morto il giorno dopo il recupero. Attorno al Capodoglio Siso ho fondato il “MuMa Museo del Mare Milazzo” un museo unico nel suo genere perché nato per sensibilizzare sulle problematiche legate agli impatti antropici, un museo realizzato grazie all’aiuto di più di mille volontari. Il Capodoglio Siso non è morto ma vive ancora grazie ai visitatori, ai ragazzi che raccontano la sua storia, simbolo di protezione dell’ambiente. Visitando il Museo si compie una sorta di viaggio spirituale, di purificazione passando per i tre ambienti in cui si divide al seconda parte del Museo: L’inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Da quando ho incontrato per la prima volta il Capodoglio Siso, la sua voce non ha mai smesso di parlarmi, di spronarmi a continuare il mio impegno nella salvaguardia di capodogli, tartarughe e di altri abitanti del mare in difficoltà.

Carmelo Isgro              Carmelo Isgro 

Dove sono alcuni dei tuoi posti preferiti sott'acqua?

Lo “Scoglio della Portella” o “Carciofo” è stato il mio primo sito d’immersione. Non dimenticherò mai quel giorno; ancora oggi quello rimane il mio luogo preferito ed ora che è all’interno dell’Area Marina Protetta Capo Milazzo è ancora più salvaguardato e bello. A poche centinaia di metri da li c’è la Secca di Ponente, sempre zona Bs (a protezione speciale) dell’AMP Capo Milazzo. Quando di tuffi cadi in una nuvola di castagnole e centinaia di enormi barracuda ti cominciano a girare attorno. Quando vai giù vedi “palle di Cernie rosse” e sotto ogni scoglio una o più cernie brune.  Ma la meraviglia di quel luogo è ancora più a fondo, con immense foreste di Gorgonie. In successione verso le profondità, la prima che incontriamo è la Gorgonia Bianca, poi la Gialla ed ancora più giù (ma già dai 30 metri) grandi “ventagli” di Gorgonia Rossa (Paramuricea clavata). Su di esse osserviamo sempre la Stella gorgone (Astrospartus mediterraneus) e il Falso corallo nero (Savalia savaglia o Gerardia savaglia, una specie parassita di altre gorgonie rigorosamente protetta. Ancora più giù c’è una vasta foresta di Corallo nero (Antipathella subpinnata)

Carmelo Isgro

Qual è il tuo consiglio per chi si sta avvicinando alle immersioni?

Divertitevi. Fondetevi col mare esso come delle gocce. Non abbiate fretta di crescere, tenete sempre l’attrezzatura in ordine ed efficiente per affrontare qualsiasi opportunità o difficoltà.

Carmelo Isgro

Cosa diresti alla gente sugli oceani?

“Non ereditiamo la Terra dai nostri padri, la prendiamo in prestito dai nostri figli.” Questo proverbio navajo ci fa capire che abbiamo una doppia responsabilità. Aiutare a liberare dalla “rete della morte” il Capodoglio Furia nell’estate del 2020 (in collaborazione con la Guardia Costiera) mi ha fatto capire quanto sia importante intervenire subito per salvare il nostro pianeta, perché è già troppo tardi!

Carmelo Isgro

Cosa significa per te l'immersione?

E’ come per una credente andare in chiesa! Il mare è il tempio in cui andare a pregare. Sott’acqua ho sempre l’impressione di volare sul fondo marino. Osservando la vita marina sazio la mia curiosità. Immergermi significa staccare con il mondo, fondermi con l’acqua. Immergermi significa  "osservare fuori e dentro di me”.

Carmelo Isgro

Qual è la tua cosa preferita nella tua borsa da sub?

I Flash della mia macchina fotografica. In profondità ridonano il colore rubato, assorbito dalla colonna d’acqua sopra di me. Il flash ha la capacità di far esplodere una bomba di colori sotto ogni scoglio! Amo far vedere, attraverso i miei scatti, le meraviglie del mare anche a chi non è mai andato sott’acqua per incentivarlo ad immergersi e perché credo che così contribuisco a far conoscere, quindi amare e di conseguenza proteggere, il mare! In poche parole, con le mie immagini cerco di far capire che il Mare è meraviglioso ma anche tanto fragile e per questo dobbiamo rispettarlo.

 

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